
Telefonate, Sms, email, pagine web visitate: tutto verrà registrato e archiviato in vista di una possibile utilità per aiutare le forze di polizia nel rintracciare i malviventi.
Se tutto andrà come previsto, entro la fine dell'anno verrà dunque pubblicato il Communications Bill che conterrà le normative per l'istituzione del database centrale delle comunicazioni, necessario a causa dei cambiamenti avvenuti nelle comunicazioni che "minano la capacità di ottenere i dati sulle comunicazioni e usarli per proteggere il pubblico".
Il primo a essere preoccupato per le conseguenze di un piano del genere è l'Ico, l'Information Commissioner's Office, ossia l'autorità per la protezione dei dati personali inglese.
In una nota, l'Ico rende nota le proprie perplessità e il timore che si voglia andare "troppo oltre". "Non ci risulta nulla che giustifichi la conservazione delle informazioni circa l'uso di Internet e del telefono di ogni cittadino del Regno Unito. Abbiamo fondati dubbi sul fatto che questa decisione possa essere giustificata, adeguata o desiderabile".
"Abbiamo già avvisato del fatto che stiamo camminando come sonnambuli verso una società di sorveglianza. Mantenere una vasta collezione di dati è sempre rischioso; più dati vengono accumulati e conservati, più grandi saranno i problemi quando questi dati verranno persi, venduti o rubati".
In aggiunta alle questioni sulla privacy, infatti, il furto o lo smarrimento di tali informazioni è tra le prime preoccupazioni, specie considerando i trascorsi non proprio positivi del governo inglese.
Il tutto senza poi contare le difficoltà di gestione della mole di dati che si verrebbe a concentrare e le risorse richieste: solo nello scorso anno, in Gran Bretagna sono stati inviati 57 miliardi di Sms, mentre il numero delle email ammonta a tre miliardi ogni giorno.
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